KARPYAK YAROSLAV, Sinodo di Leopoli del 1946 nella luce della sinodalità...

 

Karpyak Yaroslav, 
                  Sinodo di Leopoli del 1946 nella luce della sinodalità della
                                  Chiesa Greco-Cattolica Ucraina.
                                       Ricerca storico-giuridica
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Direttore: P. Cyril Vasil' sj


           Ormai sono passati sessanta anni dalla convocazione e dalla celebrazione del cosiddetto Concilio di L'viv nel mese di marzo 1946. Tuttavia tale evento continua ad attirare l'attenzione di molti storici, perché il ruolo, il significato ma anche i metodi usati per prepararlo, erano illustrati dalla storiografia sovietica, cioè dal punto di vista del regime governativo, senza però prendere in considerazione, ed obbiettivamente riferire, sia i fattori interni che esterni che portarono alla sua convocazione. Il lavoro si divide in quattro capitoli. Il capitolo primo presenta la discrezione del Sinodo dei Vescovi della Chiesa patriarcale della Chiesa arcivescovile maggiore, a partire dalle normative della legislazione attuale, cioè dal CCEO. In altre parole, cosa rappresenta il suddetto organismo, quali sono i suoi poteri, chi è competente per convocarlo. Il termine "concilio" significa "i raduni" oppure "le riunioni ecclesiastiche" con lo scopo di decidere in comune qualsiasi argomento di grande importanza e d'interesse comune. La terminologia giuridica ucraina usa anche il termine "sinodo" cioè, le riunioni ecclesiastiche. Riferendosi al primo argomento affrontato sottolineato che i principi sinodali caratterizzarono la vita e l'attività della Chiesa di Kyiv. Infatti l'idea dell'unione con la Sede Apostolica fu elaborata e conclusa nelle riunioni sinodali dai vescovi della medesima Chiesa a partire dal XVI secolo fino al inizio del XX secolo. Nel secondo capitolo vengono trattati i Sinodi arcieparchiali convocati nella prima metà del XX secolo, chiamati a dare risposte alle sfide socio-politiche poste alla Chiesa. I cinque Sinodi del periodo dal 1940 al 1944 che si erano celebrati a L'viv nelle difficili circostanze della Seconda guerra mondiale affrontano e trattano diversi argomenti giuridici, liturgici, ecclesiologici, etico-morali ed ecumenici. Tuttavia già nel 1941, quando tra i tedeschi e l'Unione Sovietica scoppiò la guerra, la situazione ecclesiastico-religiosa cambiò radicalmente. E' stato deciso di cambiare la tattica nei riguardi della Chiesa. Nel 1943 Stalin, capo dell'Unione Sovietico, decise di prendere sotto il suo controllo il governo ecclesiastico della Chiesa Ortodossa Russa. Così nel settembre dello stesso anno Stalin incontrò i vescovi della suddetta Chiesa. Inoltre fu deciso di convocare il Sinodo per l'elezione del patriarca. Nello stesso momento venne istituito dal governo un Consiglio con un capo di NKVS, futuro KGB, per le questioni riguardanti la Chiesa Ortodossa Russa. Inoltre per poter controllare le altre Chiese e le altre confessioni fu istituito un Consiglio per gli affari dei culti religiosi.

         Nel capitolo terzo vengono descritti gli eventi immediatamente successivi alla vittoria sui tedeschi. Nell'anno 1945 fu elaborata un'istruzione dettagliata riguardante la distruzione della Chiesa Greco-Cattolica Ucraina (UGCC). In questa trattazione si è cercato di esaminare dettagliatamente le condizioni politiche preliminari, l'iter e le conseguenze del cosiddetto Concilio di L'viv del 1946 che fu realizzato con lo scenario del Cremlino e del dirigente partito comunista. Oggi i documenti del KGB testimoniano che Stalin personalmente decise la liquidazione della UGCC. I documenti rintracciabili negli archivi del governo dimostrano che il cosiddetto "Gruppo di Iniziativa" dei tre sacerdoti fu guidato dalla mano perfida del NKVS dell'Unione Sovietica, per farli morire più tardi in modo innaturale. Già il aprile 1945, tutti i vescovi greco-cattolici furono imprigionati e deportati in Siberia. Inoltre per dare maggior valore al suddetto Concilio, si decise di consacrare, prima della sua convocazione, due memebri dal clero greco-cattolico, per farne vescovi della Chiesa Ortodossa Russa. Un colonnello di NKVS venne nominato responsabile dell'organizzazione e della selezione dei delegati per il Concilio. Il governo dell'Unione Sovietica seguiva con massima attenzione sia la sua preparazione sia il suo svolgimento. Furono anche presenti i rappresentanti dal Patriarcato di Mosca. Il Concilio ebbe inizio la mattina dell'8 marzo 1946 e durò fino al 10 marzo. Dopo il suddetto Concilio molti sacerdoti greco-cattolici continuarono a resistere ai provvedimenti del governo sovietico riguardanti la liquidazione completa del UGCC. Coloro che non volevano accettare la cosiddetta "unione" venivano imprigionati e deportati in Siberia ed in Asia Centrale. Inoltre questo Concilio diede inizio alla liquidazione della Chiesa Greco-Cattolica anche in Transcarpazia, dove il 28 giugno 1949 venne annunciata la liquidazione dell'unione di U�gorod del 1646. Inoltre con il passare del tempo e dopo aver considerato risolto il problema della liquidazione della Chiesa Greco-Cattolica, il governo sovietico cominciò ad operare la liquidazione della Chiesa Greco-Cattolica nei paesi-satelliti, ossia Polonia, Cecoslovacchia, Romania.

          Capitolo quarto. Per più di 45 anni la UGCC visse in modo clandestino, nonostante la forte opposizione da tutto il mondo. Molti sacerdoti ed anche fedeli, nonostante le persecuzioni e le torture, restarono fedeli alla propria Chiesa. Nell'anno 1987 fu proclamata l'uscita della Chiesa dalle "catacombe" Nel 1989 avvenne l'incontro del presidente dell'Unione Sovietica con il Papa Giovani Paolo II, dopo di che venne proclamata la legalizzazione della UGCC. Essa conta nel mondo quasi 8 milioni di fedeli ed occupa il primo posto come la più grande Chiesa Orientale tra quelle che sono in unione con la Sede Apostolica. Infine è stato affermato, in modo esplicito, che il Sinodo del 1946 non si può considerare come un vero Sinodo, ma come pseudo Sinodo.