La festa dell'Esaltazione della santa Croce nella tradizione Siro Occidentale

santa croceFonte: https://ilsismografo.blogspot.com/2021/09/grecia-la-festa-dellesaltazione-della.html

La tradizione liturgica siro occidentale celebra, con tutte le altre tradizioni  liturgiche di Oriente e di Occidente, il giorno 14 settembre la festa dell'Esaltazione  della santa Croce. La festa porta nei libri liturgici siriaci il titolo: “Esaltazione della  Croce", ed ha un’origine gerosolimitana collegata alla dedicazione della basilica della Risurrezione edificata sulla tomba del Signore nel 335, ed anche con la celebrazione  del ritrovamento della reliquia della Croce da parte dell'imperatrice Elena.
I testi  dell'ufficiatura sottolineano chiaramente in primo luogo il tema della croce come arma  di vittoria per i cristiani: "Segnato il nostro volto con l'immagine preziosa della croce,  tu ci fai la grazia, o Dio, di essere preservati dal nemico e di vincere le sue suggestioni…  La croce santa sia per noi un'arma invincibile contro il nemico". La festa dell'esaltazione  della croce coinvolge nella lode al Signore tutta la creazione che la inneggia come luogo  dove avviene la salvezza, e con delle espressioni cristologiche proprie della tradizione  siriaca: "Celebrando l'esaltazione della croce cosparsa con le gocce del sangue  vivificante del Verbo di Dio incarnato, gli eserciti del cielo intonano la lode ed esultano  per la salvezza del genere umano. Venite popoli, adorate la croce di salvezza, per cui il  mondo ha ottenuto la nuova vita".  
Nell'ufficiatura del vespro, la liturgia siro occidentale collega in primo luogo  l'esaltazione della croce con gli imperatori Costantino ed Elena, ma soprattutto con la  vita della Chiesa stessa che la regge come vanto e sostegno: "Oggi la croce è apparsa a  Costantino ed Elena come segno di vittoria… Oggi gli apostoli si rallegrano e con Paolo  cantano: «il nostro vanto è la croce di nostro Signore Gesù Cristo». Oggi i martiri e i  confessori esultano perché tu, o Cristo, appeso sulla croce, sei la loro ricompensa… Oggi  la santa Chiesa si rallegra perché è la regina assisa alla tua destra vestita con la tua  croce". In parecchi dei suoi inni, Efrem il Siro parlerà della croce di Cristo come timone  della nave che è la Chiesa e che Cristo, il pilota conduce a porto tranquillo. In un secondo  momento, introdotti sempre con la parola "oggi", la liturgia della festa si trattiene a  fare una lettura in chiave cristologica di una lunga serie di fatti veterotestamentari che prefigurano la redenzione di Cristo adoperata per mezzo della sua croce: "Oggi  Abramo esulta perché il mistero della croce gli fu rivelato per mezzo dell'agnello che vide impigliato nel cespuglio… Oggi Mosè, il primo dei profeti, si rallegra perché ha  tracciato il segno della croce con le sue mani stese ed oranti in forma di croce… Oggi  Eliseo il profeta è nella gioia per il legno gettato nell'acqua e che fecce galleggiare il  ferro pesante, tipo della nostra natura umana che tu, o Cristo, hai innalzato ed onorato  per mezzo della tua croce…". La croce ancora viene cantata nella liturgia siro  occidentale come albero di vita, rifugio dei cristiani, compimento di tutti i misteri della Chiesa, saggezza dei credenti.  
Uno dei testi del vespro della festa associa nella lode e la confessione, senza  distinzione Cristo e la croce stessa con gli stessi titoli cristologici dati e all'uno e  all'altra: "Signore, Re della gloria, ti lodiamo perché hai fatto della croce il vanto di  coloro che credono in te… Tu sei l'albero della vita per coloro che in te sperano, e sei  anche l'albero che mai appassisce, e medico e rimedio di coloro che appassiscono nel  peccato… Tu sei l'albero della vita piantato nel bel mezzo del paradiso e porti tutti alla  terra della promessa… Tu sei lo scettro di forza mandato da Sion contro i nemici e vinti  con la tua croce… Tu sei il mistero segreto e nascosto, manifestato a tutti gli uomini…".  
L'ufficiatura notturna della festa, divisa in tre parti, prevede il canto di due salmi  per ognuna di esse: i salmi 43 e 60 per la prima; 135 e 138 per la seconda, ed il lungo  cantico di Abacuc 3, 1-19 per la terza. In quest'ufficiatura notturna troviamo ben sei  inni di sant'Efrem il Siro, due per ognuna delle parti, in cui l'autore canta il mistero  della croce di Cristo con delle immagini e dei simboli sviluppati nella sua poesia teologica;  il legno della croce sarà sempre fonte di un lungo sviluppo simbolico. Efrem accosta  volentieri Cristo innalzato sulla croce al carro dei cherubini descritto dal profeta  Ezechiele: "Cavalca la croce, sebbene, invisibilmente, cavalcasse il carro, quello dei  cherubini… Rimasero svergognati i crocifissori che lo fecero montare sul legno glorioso  rivestito di simboli… Ho visto la bellezza di Adamo, immagine di Colui che lo ha  plasmato… e la bellezza della croce, cavalcatura del Figlio del suo Signore…". Efrem  ancora allarga la simbologia della croce alla spada del cherubino messo alle porte del  paradiso, e la presenta anche come la lancia che uccide la morte: "Beato sei anche tu,  legno vivente, che fosti una lancia invisibile per la morte. Quella lancia infatti aveva  colpito il Figlio: trafitto da essa, con essa egli uccise la morte. La sua lancia ha  allontanato la lancia, poiché il suo perdono ha strappato il nostro documento di debito.  Il paradiso gioì perché erano tornati gli espulsi… Sia benedetto, Lui che mediante la sua  croce ha forzato il passaggio verso il paradiso". Efrem mette in parallelo, in uno dei suoi  inni e con delle immagini poetiche molto belle, i due alberi, quello del paradiso e quello  della croce: "E poiché Adamo si era avvicinato all'albero, si precipitò poi verso il fico.  Divenne simile al fico, delle cui foglie era coperto. Florido di foglie a modo di un legno,  Adamo venne presso il legno glorioso, da esso si rivestì di gloria, da esso acquistò  splendore, da esso udì la verità, che sarebbe di nuovo entrato nell'Eden". Finalmente in  uno degli inni sulla crocefissione, Efrem ancora canta il tema evangelico del prendere la  propria croce e seguire Cristo, faccendone una lettura doppia a Simone di Cirene che  porta la croce di Cristo e a Simone Pietro che muore anche lui in croce: "Beato anche  tu, Simone, che hai portato durante la vita la croce dietro al nostro Re. Sono fieri coloro  che portano le insegne dei re ma svanirono i re con le loro insegne. Beate le tue mani  che si alzarono e portarono in processione la croce che si chinò e ti donò la vita. Il tuo  fardello ti ha portato nella dimora della vita e ti ha trasferito là, poiché è il vascello del  Regno". 
P. Manuel Nin 
Esarca Apostolico
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