Quando i musulmani salvano i cristiani

martiri 2NAIROBI, 22. «Ammazzateci tutti musulmani e cristiani, oppure lasciateli andare». È stato un gesto nobile, di grande coraggio, quello compiuto lunedì scorso nel nordest del Kenya, non lontano dal confine con la Somalia, da un gruppo di musulmani che hanno protetto cristiani minacciati dai jihadisti di Al Shabaab. È appena passata l’alba quando i terroristi somali attaccano a colpi di mitra il pullman che stava percorrendo il tragitto Nairobi-Mandera. In quel momento a bordo si trovano almeno sessanta passeggeri. Nell’assalto tre persone sono ferite, una è uccisa. Fermato il mezzo, i passeggeri vengono fatti scendere.
Poi la decisione: «I non cristiani possono risalire» dicono i jihadisti. Ai cristiani è quindi ordinato di sdraiarsi sul ciglio della strada: vogliono ucciderli uno a uno. L’ordine, tuttavia, non viene eseguito: i passeggeri musulmani si oppongono, chiedendo di lasciare andare anche i cristiani. Di fronte a tanta determinazione, terroristi fuggono e la strage è evitata. Il viaggio può continuare. Un testimone — secondo quanto riporta la stampa — ha raccontato che già sul pullman, quando si sono accorti dell’attacco, i musulmani avevano cercato un modo di proteggere i cristiani che stavano tornando a casa per il Natale. «Ad alcuni abbiamo dato i nostri vestiti per impedire che fossero individuati » ha detto il testimone. Il resoconto del fatto è stato diffuso ieri dai media locali. L’autista del pullman della compagnia Makkah ha confermato la storia alla britannica Bbc. Ulteriore conferma è stata data da un funzionario governativo. Non è la prima volta che gli Al Shabaab (letteralmente “i giovani”, gruppo affiliato ad Al Qaeda e radicato in Somalia) compie attacchi contro i cristiani nelle zone al confine tra Kenya e Somalia. Un episodio simile ma dall’esito tragicamente diverso era avvenuto circa un anno fa nella stessa zona: i terroristi presero d’assalto un pullman e uccisero 28 passeggeri non musulmani. Dopo l’attacco la polizia decise di dare scorte armate ai pullman in transito nell’area. Tuttavia, il portavoce delle forze dell’o rd i n e kenyane, Charles Owino, ha spiegato che il pullman attaccato lunedì non era scortato perché non era passato per un posto di blocco predisposto alla fornitura della protezione. Più volte in passato Al Shabaab ha portato avanti la stessa tecnica di “selezione delle vittime”, dividendo cristiani e musulmani, e uccidendo i primi. L’episodio più tragico risale ad aprile scorso quando all'università di Garissa furono massacrate 147 persone definite “infedeli”. È invece di pochi giorni fa l’ultimo attentato rivendicato dal gruppo, compiuto contro un hotel nella capitale somala Mogadiscio. Cinque i morti.

© Osservatore Romano - 23 dicembre 2015